fot. M. Rosik
Quando nel XIII secolo avanti Cristo gli Israeliti, nel corso del loro peregrinare nel deserto verso la Terra Promessa, una volta lasciato l’Egitto, cominciarono a sentire la mancanza di cibo, Dio inviò loro in dono la manna. Mentre la gente si lamentava della mancanza di cibo,
il Signore disse a Mosè: „Ecco, io sto per far piovere pane dal cielo per voi: il popolo uscirà a raccoglierne ogni giorno la razione di un giorno, perché io lo metta alla prova, per vedere se cammina secondo la mia legge o no. Ma il sesto giorno, quando prepareranno quello che dovranno portare a casa, sarà il doppio di ciò che raccoglieranno ogni altro giorno… Al tramonto mangerete carne e alla mattina vi sazierete di pane; saprete che io sono il Signore vostro Dio”. Ora alla sera le quaglie salirono e coprirono l’accampamento; al mattino vi era uno strato di rugiada intorno all’accampamento. Poi lo strato di rugiada svanì ed ecco sulla superficie del deserto vi era una cosa minuta e granulosa, minuta come è la brina sulla terra. (Es 16, 4-5; 12b-14)
La manna è uno di quei doni spettacolari che gli Israeliti hanno ricevuto da Dio nel deserto. Il nome stesso deriva dalla domanda ebraica: Man hu?(in ebraico: “Cosa c’è qui?”); gli Israeliti se lo chiedevano l’un l’altro quando videro per la prima volta questa misteriosa pianta commestibile. Secondo un commento giudaico al Libro dell’Esodo, Mosè aveva dato loro questa spiegazione: „Questo è il pane che è stato conservato per voi fin dall’inizio nell’alto dei cieli, e ora il Signore ve lo dà da mangiare” (Targum Pseudo-Jonathana Es 16, 15).
Il cibo temporale e il cibo soprannaturale
La manna inizialmente presentava le proprietà del cibo temporale: era bianca come i semi del coriandolo e aveva il sapore di una focaccia con miele (Es 16,31). Tuttavia, gli Israeliti intravedevano in esso delle qualità che ne indicavano l’origine soprannaturale. Cadeva dal cielo come la pioggia o la brina, e ambedue i fenomeni venivano visti dal popolo eletto come intervento diretto di Dio. Inoltre, indipendentemente da quanta manna veniva raccolta, la sua quantità era sufficiente per sfamare gli abitanti di una tenda: Così fecero gli Israeliti. Ne raccolsero chi molto chi poco. Si misurò con l’omer: colui che ne aveva preso di più, non ne aveva di troppo, colui che ne aveva preso di meno non ne mancava: avevano raccolto secondo quanto ciascuno poteva mangiarne. (Es 16, 17-18).
Le proprietà soprannaturali della manna si manifestavano anche nel fenomeno che si verificava nel giorno di sabato e cioè, mentre ogni giorno sotto l’influenza del sole essa si scioglieva e spariva (Es 16, 21), nel giorno del sabato il cibo rimaneva solido fin dal giorno precedente. Inoltre, invece di dissolversi esposta al calore, l’alimento manteneva la sua consistenza quando, messa in un recipiente, veniva posta nel Santo dei Santi della Tenda del Convegno, futuro Tempio di Gerusalemme: “Mosè disse quindi ad Aronne: „Prendi un’urna e mettici un omer completo di manna; deponila davanti al Signore e conservala per i vostri discendenti. Secondo quanto il Signore aveva ordinato a Mosè, Aronne la depose per conservarla davanti alla Testimonianza”(Es 16, 33-34). Secondo la Septuaginta, traduzione greca della Bibbia ebraica, l’urna per la manna era fatta in oro, come quasi tutto nella Tenda del Convegno e successivamente nel tempio.
La manna è stata offerta agli Israeliti insieme al dono delle quaglie. In questo modo il popolo di Dio mentre attraversava il deserto ha ricevuto contemporaneamente sia la carne che il pane. Questi due alimenti erano per gli Israeliti un simbolo di cibo completo. Grazie a questo nutrimento gli Israeliti erano in grado di raggiungere Canaan. Il dono della manna cessò nel momento in cui il popolo eletto raggiunse la sua meta – la Terra promessa ad Abramo e ai suoi discendenti.
Gesù sul dono di una manna nuova
Parlando nella sinagoga di Cafarnao, Gesù stesso ha annunciato che Dio aveva preparato un nuovo cibo per la gente. Si tratterà dell’Eucaristia, che egli ha descritto allo stesso modo del dono della manna dell’Antico Testamento – il pane del cielo: „In verità, in verità vi dico: non Mosè vi ha dato il pane dal cielo, ma il Padre mio vi dà il pane dal cielo, quello vero; il pane di Dio è colui che discende dal cielo e dà la vita al mondo”(Gv 6, 32-33). Aggiunse subito: „se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avrete in voi la vita”(Gv 6,53).
Gesù ha così fatto coincidere il cibo che aveva promesso ai suoi ascoltatori con la sua carne e il suo sangue. Mangiare il corpo del Figlio dell’uomo e bere il suo sangue porta ad avere la vita eterna e la risurrezione. In questo quadro, il cibo di Gesù si rivela qualcosa di molto di più della manna dell’Antico Testamento. Entrambi sono nutrimento sia temporale che soprannaturale; tuttavia, coloro che hanno mangiato la manna morirono, e coloro che mangiano il cibo di Gesù vivranno per sempre.
Preannuncio dell’Eucaristia
Quindi la manna dell’Antico Testamento sarebbe un preludio all’Eucaristia? Certo che lo era! Entrambi gli alimenti hanno peculiarità simili: da un lato sono frutto della terra, dall’altro sono cibo dal cielo. La manna manifestava delle qualità soprannaturali nel giorno sacro degli Ebrei, cioè nel giorno di sabato. L’Eucaristia viene celebrata in modo particolarmente solenne nel giorno sacro dei cristiani, cioè di domenica. Insieme al pane del cielo, gli Israeliti hanno ricevuto la carne delle quaglie. L’Eucaristia è contemporaneamente sia il pane consacrato che il Corpo di Cristo.
Gli Ebrei si aspettavano la ripetizione del miracolo della manna nei tempi messianici, mentre la Legge prescriveva loro di „fare memoria” dei miracoli di Dio nel tempo dell’esodo: „Ricordati di tutto il cammino che il Signore tuo Dio ti ha fatto percorrere in questi quarant’anni nel deserto, per umiliarti e metterti alla prova, per sapere quello che avevi nel cuore e se tu avresti osservato o no i suoi comandi. Egli dunque ti ha umiliato, ti ha fatto provare la fame, poi ti ha nutrito di manna, che tu non conoscevi e che i tuoi padri non avevano mai conosciuto, per farti capire che l’uomo non vive soltanto di pane, ma che l’uomo vive di quanto esce dalla bocca del Signore” (Dt 8, 2-3). Con la venuta di Gesù, iniziarono i tempi messianici, e l’Eucaristia da lui istituita è diventata una „memoria” del Suo esodo – del passaggio da questo mondo al Padre. La manna per gli Israeliti era cibo nel loro viaggio verso la Terra Promessa. L’Eucaristia per i cristiani è cibo nel loro cammino verso la patria celeste. Inoltre, la manna era conservata nel Santo dei Santi della Tenda del Convegno e più tardi nel Tempio di Gerusalemme. E’ stato messo in una urna vaso d’oro. L’Eucaristia è custodita nel tabernacolo, un luogo che nell’architettura delle chiese corrisponde al Santo dei Santi del tempio. Molto spesso viene conservata in vasi liturgici dorati.
Queste coincidenze e analogie dimostrano che la pratica della celebrazione dell’Eucaristia si stava formando nel cristianesimo poggiando su una forte convinzione biblicamente fondata che il dono della manna dell’Antico Testamento è un preannuncio dell’Eucaristia.
„Manna come annuncio dell’Eucaristia”, Rinnovamento nello Spirito Santo 7 (2020) 14-15.
trad. Anna Marx-Vannini